Genova, dalla scuola di Lagaccio una storia esemplare di tagli all'inclusione. La denuncia di USB Scuola
Ieri 14 giugno, USB scuola Genova ha promosso un'assemblea cittadina insieme al comitato genitori “Amici della dieci”, con la quale in queste settimane ha collaborato costantemente, e alle associazioni del quartiere del Lagaccio. L’assemblea, molto partecipata, è nata dalla necessità di rivendicare il diritto allo studio degli studenti con disabilità, contro i tagli agli organici e la logica del budget immodificabile assegnato agli Uffici scolastici regionali e territoriali per formare le classi.
Nel popoloso quartiere del Lagaccio di Genova, a pochi metri dalla stazione Principe, nelle intenzioni dell’Ufficio Scolastico Territoriale a settembre dovrebbe nascere una classe prima della scuola primaria formata da 24 bambini e bambine di cui 7 con disabilità.
Nel corso dell'assemblea, USB ha raccolto le firme per presentare un esposto in Procura.
Nei mesi scorsi ci sono stati numerosi tentativi da parte del Dirigente scolastico dell’I.C. Lagaccio e delle docenti e dei docenti dell’istituto per ottenere una classe in più e suddividere in modo più accettabile gli studenti con disabilità, nel rispetto del loro diritto a una scuola inclusiva e del diritto dei docenti ad un lavoro dignitoso. Si è anche tenuta una assemblea sindacale nella quale si è deciso di svolgere un presidio e avere un incontro con l’USR al fine di trovare una soluzione adeguata.
Lo stesso USR, nell’incontro svolto con la delegazione di manifestanti guidati da USB, ha convenuto che una classe con quelle caratteristiche non sarebbe inclusiva ma, invece di concedere una nuova classe, ha proposto al Dirigente di invitare le famiglie a spostarsi in altre scuole.
A nulla è valso il tentativo di far presente l’importanza per queste famiglie, già provate dalle difficoltà della quotidianità, e per i loro figli, delle reti di relazioni umane e della prossimità alla propria residenza.
Dopo il rifiuto da parte di tutte le famiglie di spostarsi, la proposta è rimasta la stessa: usare le risorse interne all’istituto per dividere la classe in due. Ciò significa utilizzare le insegnanti di potenziamento assegnate a tutti i plessi di primaria per coprire una sola situazione a scapito di tutte le altre classi. Ciò Ovvero: risparmiare sulla pelle dei bambini e delle bambine!
Riteniamo inaccettabile e indecente la proposta e richiediamo che vengano investite risorse maggiori e stabili nella scuola.
Questa è una delle molte situazioni inaccettabili che si stanno verificando in tutta Italia, frutto di una logica economica e che nulla ha a che fare con il diritto allo studio.
USB scuola non si fermerà.
Presenteremo un esposto in Procura, chiederemo un incontro in Prefettura e scriveremo al Ministero dell’Istruzione.
Valuteremo lungo il percorso quali altre strade percorrere, legali e di lotta, per riaffermare il diritto allo studio dei nostri alunni e delle nostre alunne.
USB Scuola