USB DICE NO AGLI ACCORDI "A PERDERE"
Oggi martedì 17 aprile avrà luogo a Genova l’incontro con la Direzione Regionale Liguria con all’ordine del giorno la questione dell’orario di lavoro per l’intera regione.
E’ bene riflettere su quanto andiamo a fare; la sede regionale non ha titolarità di contrattazione, che è deputata invece alla sede provinciale, ma, cosa più importante nella sostanza, non sono presenti le RSU, neoelette.
Le Direzioni regionali sono fortemente motivate ad acquisire successi, ribadendo paletti oltre i quali non consentirebbero alle strutture provinciali l’autonomia di trattativa, prevista dal contratto nazionale di lavoro.
A nostro avviso, il livello regionale dovrebbe servire invece ad organizzare una risposta dei lavoratori contro le direttive nazionali dell’Agenzia dell’Entrate,
Il confronto con le Direzioni Provinciali ha dato sinora diversi esiti. In estrema sintesi, si chiede ai lavoratori di rinunciare ad una buona fetta di flessibilità: I direttori, non trovando motivazioni convincenti, ci dicono che non dobbiamo lamentarci, vista la situazione catastrofica che colpisce il Paese e tutto il mondo del lavoro.
Ebbene, noi rispondiamo che la catastrofe non l’abbiamo causata noi e che la riduzione sistematica dei diritti del lavoro, conquistati con anni di scioperi e mobilitazioni, passa per accordi “ a perdere” e con la rinuncia a ragionare e a pretendere proprio i diritti, le contropartite e una razionale e giusta organizzazione del lavoro.
Con la modifica dell’orario di lavoro, tocchiamo un punto sensibile, un nervo scoperto, per tutti i lavoratori, in particolare per le donne, che, a causa della pendolarità e del peggioramento delle condizioni dei trasporti, a causa dell’arretramento dei servizi socio-sanitari e della diminuzione degli stipendi, trovano proprio nella flessibilità degli orari (a costo zero per l’Amministrazione) una qualità di vita e una dignità del lavoro che oggi non hanno prezzo.
Nell’immediato futuro dovremmo affrontare attacchi ancora più pesanti al mondo del lavoro pubblico, come fanno presagire i discorsi sempre più frequenti sull’abrogazione dell’art. 18 e sulla mobilità forzata anche nel settore della pubblica amministrazione. Ciò non ci deve indurre ad accettare accordi, presentandoli come risultati ai lavoratori solo perché attenuano le posizioni iniziali della controparte.
Chiediamo che i sacrifici li facciano gli altri, noi abbiamo già dato: gli obiettivi raggiunti diventano un vanto per le controparti ma “fruttano” ai lavoratori solo lettere formali di ringraziamento.
Chiediamo che si faccia uno sforzo per riconoscere davvero il nostro ruolo responsabile all’interno dell’Agenzia, senza imporre diktat e riservando nel concreto ai direttori provinciali l’autonomia che spetta loro.
L’Esecutivo Reg. AA.FF. USB Liguria