Università di Genova: è in gioco l’autonomia dell’Ente

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Università di Genova: è in gioco l’autonomia dell’Ente

 

Solo una forte presa di posizione del Senato accademico contro il Rettore può restituire l’Università al suo personale

 

Mentre il mondo era in apprensione per le sorti dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla, mentre in Italia come ovunque nascevano spontanee le manifestazioni dal basso di indignazione verso l’orrore in corso conclamato e per certi versi rivendicato da Israele e non solo, arrivava da parte del Rettore Delfino l’ennesima risposta/non risposta alla lettera firmata da circa 400 dipendenti, personale tecnico-amministrativo, ricercatori e docenti, in cui si chiedeva all’Ateneo di prendere posizione rispetto al genocidio in Atto, di esprimersi sui rapporti intrattenuti dall’Università con lo Stato di Israele e di intraprendere un dialogo corretto con gli studenti che lo chiedono da almeno un anno e mezzo.

Ciò a seguito di una mozione-fuffa del Consiglio di Amministrazione, che esprimeva un generico sostegno dell’Ateneo per la pace, peraltro ampiamente già smentita dai fatti, con la richiesta Unige di riammettere al Festival della Scienza la Leonardo S.p.A. con giustificazioni del tutto inconsistenti in quanto facilmente confutabili.

La risposta-non risposta del Rettore alla lettera era scontata, parlando genericamente di “condanna delle atrocità in corso” si confondono guerre in atto con il genocidio riconosciuto da parte di uno degli eserciti più potenti al mondo nei confronti di una popolazione praticamente inerme e ridotta alla carestia; inoltre non si riconosce alcuna violazione del diritto umanitario da parte di Israele; la fuffa seguente ignora la necessità di una presa di posizione che interrompa ogni forma di collaborazione con questo Stato, cosa che peraltro avviene per altri Stati che non sono accusati di simili crimini, e non si prende alcun provvedimento concreto

Il Rettore dà il peggio di sé parlando del dialogo con gli studenti, nei confronti dei quali, ricordiamo, è ancora pendente una doppia denuncia alla procura per interruzione di pubblico servizio e vilipendio da lui effettuata: non solo perché rovescia la realtà, imputando a un fatto del tutto secondario avvenuto durante l’occupazione della Sede di Balbi 5 la mancanza di dialogo che gli studenti chiedevano da almeno un anno e mezzo e che è il principale motivo per cui l’occupazione è iniziata, dopo presidi e altre azioni; non solo perché dimostra una totale inadeguatezza nella sua veste di prima carica dell’Ateneo, dichiarando che ci possa essere l’apertura di un canale di interlocuzione attraverso mediatori, e non direttamente; ma, soprattutto, l’inadeguatezza al ruolo che ricopre è confermata dalla denigrazione su una mailing-list letta da tutte le componenti di Ateneo di un collettivo studentesco pienamente legittimato all’interno dell’Ateneo, che avrà una sua rappresentante nella nuova composizione del Senato Accademico. Collettivo che ha rappresentato l’Ateneo, insieme al Cardinale Tasca, alla Sindaca Salis e a tanti altri in occasione della serata organizzata da “Music for Peace” la sera del 27 Settembre.

Denigrazione confermata da rappresentanti politici appartenenti alla destra in altri incontri istituzionali promossi dall’Ateneo, come dimostra l’intervento di Ilaria Cavo alla tavola rotonda “Università e istituzioni contro la diseguaglianza e la violenza di genere”.

Se il Rettore non rappresenta più l’Ateneo, ma è di fatto totalmente asservito alla propria parte politica, tocca al Senato Accademico restituire all’Ateneo la propria indipendenza utilizzando lo strumento previsto dallo Statuto della sfiducia al Rettore.

Per restituire a tutti la fierezza di lavorare per l’Università di Genova.

 

Genova, 08/10/2025

 

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