Pubblica Amministrazione. Democrazia, salari e diritti. Presido RdB/CUB in Prefettura
Abbiamo, a Genova, come in altre città italiane, tenuto un partecipato presidio di fronte alla Prefettura. Quanto segue è in sintesi quanto abbiamo esposto al rappresentante del Governo.
I contratti pubblici sono scaduti da quasi 17 mesi e alle RdB-CUB non è arriva nessuna convocazione da palazzo Chigi per una riunione sul rinnovo dei contratti pubblici, nè formale, nè informale.
Abbiamo ricordato che facciamo parte, come Cgil, Cisl e Uil, dei sindacati maggiormente rappresentativi nel pubblico impiego e quindi titolati alla contrattazione. Abbiamo già diffidato Prodi e il Governo dal procedere senza di noi. Lo rifacciamo oggi.
Ma c'è anche un problema di contenuti. La CUB non accetta e non accetterà mai la triennalizzazione dei contratti. Quando i contratti erano triennali c'era la scala mobile che garantiva i salari dall'inflazione. Quindi una ipotesi di triennalizzazione potrebbe esistere solo se venisse reintrodotta la scala mobile. E ricordiamo che su questo c'è una proposta di legge in Parlamento con oltre 100.000 firme raccolte, di cui oltre 6.000 a Genova.
Inoltre, 101 euro di aumento salariale, ammesso che ci si arrivi, sono pochi, ben lontani dal recupero reale dell’inflazione. Quando si parla di queste cifre spesso ci si dimentica che sono medie, lorde ed attribuite in percentuale sull’attuale stipendio. Qualcuno, i dirigenti, riceverà centinaia di euro netti e qualcuno, i più, non arriverà neppure a 35 euro veri. La compressione dei salari, la precarizzazione del lavoro ha forse arricchito qualcuno, ma ha impoverito masse di lavoratori, con le conseguente contrazioni dei consumi. E’ una politica economica sbagliata.
Infine non accetteremo mai il baratto tra risorse economiche e diritti dei lavoratori. Tra risorse economiche e il diritto dei cittadini ad avere una Pubblica Amministrazione veramente pubblica e funzionante. Il Memorandum sulla Pubblica Amministrazione, sottoscritto da tutti i sindacati, escluso noi, oltre a privare i lavoratori della dignità del loro lavoro, cerca di dare il colpo di grazia al servizio pubblico. Noi come lavoratori, e come cittadini, ci opponiamo.