Porto di Genova. Fatti, non parole!
Dopo le giuste manifestazioni di protesta per la morte di Enrico Formenti, nella giornata di ieri, mentre era in atto lo sciopero dei lavoratori portuali, una delegazione della RdB/CUB si è recata alla Prefettura di Genova per incontrare il Prefetto stesso, il sottosegretario al lavoro Patta, l'assessore regionale al lavoro Vesco e il capogruppo del PDCI in Consiglio Regionale Bianchi.
Il sottosegretario Patta ha esordito affermando che imprenditori e sindacati devono fare ognuno la "propria parte" di fronte la problema degli incidenti sul lavoro. Ha poi ribadito l'impegno del governo a promuovere nuove leggi e ad assumere altri ispettori del lavoro.
Noi, preso atto delle parole del sottosegretario, abbiamo invece sostenuto che non è sufficiente che vengano prodotte leggi, anche le migliori possibili, se non c'è la ferma volontà politica, da parte del governo e degli enti pubblici, di farle rispettare.
Nel nostro Paese, i vari governi che si sono alternati negli ultimi anni, sono stati impegnati a tutelare in modo quasi esclusivo gli interessi delle imprese o delle cooperative, che troppo spesso considerano i costi della sicurezza un inutile peso che riduce i guadagni e frena "la competitività".
È ora che si rimettano al centro della cultura e dell'azione politica gli interessi dei lavoratori e dei cittadini e, nei fatti e non solo a parole, il diritto alla salute e alla sicurezza.
Al di là della retorica, delle frasi di circostanza, delle frasi roboanti e vuote che durano lo spazio di un giorno e lasciano tutto così com'è, la RdB/CUB si impegnerà, da oggi e per i giorni futuri, affinché si mettano in campo gli strumenti adeguati per far rispettare la legge.
La RdB/CUB invita tutti i lavoratori portuali, e in modo particolare quelli che in questi giorni hanno partecipato ad iniziative di protesta e agli scioperi della CUB e degli altri sindacati, a segnalarci tutte le situazioni irregolari e/o a rischio. Ciò al fine di consentire ai nostri rappresentanti sindacali di intervenire in modo diretto o attraverso la denuncia alle autorità competenti (ASL, Ministero del Lavoro, INAIL, Vigili del Fuoco).