Nuovo Ospedale di La Spezia, USB: Fortemente contrari all’iter predisposto dalla giunta Toti per la sua costruzione
La documentazione raccolta e le dichiarazioni del Presidente Toti chiariscono, per chi le sa e le vuole leggere, le intenzioni volutamente strategiche che condizionerebbero il futuro dei servizi sanitari del territorio spezzino.
Dopo avere rescisso unilateralmente con un colpo di mano il contratto d’appalto per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino, Toti ha avviato un diverso iter combinando un clamoroso aumento dei costi con la decisione di applicare al nuovo progetto il famigerato decreto Balduzzi che priverebbe il territorio di parecchi reparti e specialità e, giocoforza, svuoterebbe l’altro ospedale provinciale di Sarzana dovendo poi riempire i 510 posti letto con DEA di 1° livello previsti nella nuova struttura.
Tre grossi colpi alle reni del nostro territorio a tutto vantaggio del lucro di privati e a svantaggio delle casse della ASL:
- contratti in project financing con privati, per coprire l’aumento dei circa 90 milioni di €, che vincoleranno per decenni l’organizzazione e la gestione dei servizi che gli verranno affidati in contropartita, con costi aggiuntivi di IVA e ingessamento del bilancio per costi fissi in aumento da garantire per decenni, per non parlare, poi, delle minori garanzie contrattuali e dei minori diritti degli operatori del privato;
- ulteriore cancellazione di servizi sanitari basilari come chirurgia senologica e toracica, ematologia, malattie infettive, nefrologia, medicina nucleare, neonatologia, radioterapia, microbiologia e virologia, fisica sanitaria e, nella migliore delle ipotesi, unificazione con la ASL 4, e quindi dubbi sulla loro collocazione, di emodinamica, chirurgia vascolare, geriatria, emodialisi, terapia del dolore e pneumologia;
- quasi sicuro svuotamento dell’ospedale san Bartolomeo di Sarzana, dal momento in cui il nuovo progetto prevede molti posti letto in più di quelli dei due attuali ospedali della provincia ( e ben 10/12 sale operatorie da sommare alle 5 di sarzana) e non esiste nessun programma di aumento del personale, già oggi pesantemente sottostimato rispetto agli attuali posti letto.
Aggiungiamo la dichiarazione di Toti che, durante il suo primo mandato, confessava l’obbiettivo di chiuderlo con il 15% di posti letto da passare al privato, pari a circa 750 e parzialmente raggiunto con la privatizzazione dei piccoli ospedali del ponente e di una parte di quello di Rapallo, prima svuotati dei servizi pubblici. Ci pare,quindi, che sia scontatissimo il prossimo passaggio: svuotare l’ospedale di Sarzana per poi cederlo ai privati pronti a gettarsi sull'enorme volume d’affari che si aprirebbe con l’applicazione del decreto Balduzzi sommato ai 60/70 milioni di euro che la ASL 5 paga annualmente, già oggi, per prestazioni che vengono fatte fuori regione.
Le mancate convocazioni della Conferenza dei Sindaci da parte del Sindaco di la Spezia per discutere del nuovo iter finanziario, caldamente richiesta dalle associazioni del Manifesto per la sanità locale, e del Consiglio comunale di Sarzana per la discussione sul futuro dell’ospedale san Bartolomeo, richiesto da più di due mesi, sono segnali evidenti di come questo progetto di privatizzazione, pur oramai evidentissimo, debba essere tenuto sotto traccia, forse nel tentativo di cercare di prendere tempo affinchè i pilastri dell’operazione diventino irremovibilmente condizionanti.
Come USB non possiamo che denunciare la cosa e proporre ai Sindaci della provincia di alzare finalmente la voce e chiedere il ridimensionamento del progetto del Felettino in modo da essere totalmente coperto dai finanziamenti pubblici e tenendo conto dei posti letto del san Bartolomeo.
Per il coordinamento provinciale USB
Valter Chiappini
Stefano Muzio