Altro giro, altro regalo per lo stabilimento Acciaierie d'Italia di Genova

Genova -

Martedì 16 durante l'incontro chiesto per avere delucidazioni sul corretto utilizzo della cassa integrazione, che come USB non abbiamo avvallato, rifiutando di firmare uno strumeto atto ad essere utilizzato come ammortizzare sociale e non come strumento economico, ci è stato comunicato ufficialmente che si stava preparando la ripartenza dell'AFO 2.

Una ripartenza che può preludere ad un aumento di produttività che potrebbe arrivare fino a 6 milioni di tonnellate, un'ottima notizia che però probabilmente non coinvolge il sito genovese e nemmeno Novi Ligure.

Infatti apprendiamo dai reparti che viene chiesta un improvviso aumento di cassa integrazione, senza dare nessuna motivazione ufficiale e senza nessun preavviso.

Questo è l'ennesimo atteggiamento che non rispetta la dignità dei lavoratori e che lede ulteriormente i rapporti di fiducia che sono la base del rapporto di lavoro.

Riteniamo inaccettabile un comportamento che valutiamo schizofrenico e che ci preoccupa per il futuro.

Il rischio concreto è che l' AFO 2 sia riattivato per produrre su altri siti come d'altronde sta accadendo per la produzione di questo ultimo anno, in cui preferiamo vendere bramme e billette anche a concorrenti diretti, che far produrre siti dello stesso gruppo.... come si suol dire meglio un uovo oggi che una gallina domani.... il problema è che chi rimane spennato sono i lavoratori!

Ancora oggi il Governo non ci ha convocato per fornirci un piano industriale e permette una gestione ad oggi evidentemente fallimentare, che non garantisce reali investimenti strutturali, di sicurezza e del futuro del gruppo!

Già domani come USB chiederemo immediatamente un incontro urgente atto a definire quali siano le reali motivazioni e nel caso ci riserveremo di valutare forme di lotta.

 

Coordinamento USB Acciaierie d’Italia Genova