L’OSPEDALE DI SARZANA, UN AGNELLO INDIFESO DATO IN PASTO AI LUPI AFFAMATI
A primo acchito questo ci sembra essere confermato dall’audizione del Direttore Generale dell’ ASL 5 dottor Cavagnaro nel Consiglio comunale di ieri a Sarzana e dalle conclusioni della mozione della maggioranza di centro destra.
Una maggioranza che conferma la posizione già espressa in discussione in un precedente Consiglio e la sancisce ufficialmente chiedendo esplicitamente l’apertura delle porte dell’ospedale San Bartolomeo ai privati.
Come già fu con il servizio di riabilitazione gestito dal pubblico e cancellato per poi concedere in gestione, per una miseria, alla Fondazione Don Gnocchi ben 4 intere ali del nosocomio, oltre ai servizi ambulatoriali e domiciliari, trasformati successivamente in posti letto privati concessi in convenzione, si riapre la corsa all’appetitosa struttura pubblica.
Definire una struttura “presidio sanitario pubblico”, ma chiedere di “preservare comunque la mera possibilità di attivare convenzioni con soggetti esterni” è un escamotage lessicale vecchio, stantio e politicamente stupido, oramai, per coprire un progetto ben definito e perseguito da tempo, come prova proprio il percorso della privatizzazione del settore riabilitativo, contro cui ci battiamo da sempre.
Insufficienti e lacunose le risposte del D. G. dell’ ASL 5 che non hanno garantito nulla né in termini di garanzie di mantenimento della gestione diretta dei servizi sanitari ospedalieri, né in termini di soluzioni della gravissima carenza di personale, né, tanto meno, sulle future funzioni future dei 250 posti letto del presidio sarzanese.
Anzi: alcune affermazioni che la maggioranza di centrodestra ha esaltato come garanzie future confermano la nostra preoccupazione sui tagli che stanno per arrivare non solo sul nosocomio sarzanese, ma sui servizi di tutta la provincia.
Dire che i tagli del Decreto Balduzzi, mai applicato in tutta Italia, dovranno essere “rimodulati” dopo l’esperienza di questa disastrosa epidemia virale significa sancire che la Regione questo ha in mente: tagliare servizi al territorio.
Ipotizzare servizi e reparti in “comproprietà” con la ASL 4, in parte già avviati, significa sancire che pure questo è nei piani di questa Giunta regionale.
Inaccettabile è manlevarsi da responsabilità su risposte precise di competenza della Regione, da parte del superdirigente della superASL ALISA, braccio operativo dell’ Assessore alla sanità e Presidente delle Regione Toti, che da forfait all’ultimo momento per i soliti sopraggiunti impegni inderogabili”. Inaccettabile è che e lo stesso Assessore eviti ancora una volta di confrontarsi sul territorio tanto più su un tema così importante come un ospedale da 250 posti letto, sarebbe è stato indubbiamente suo dovere. Ma proprio l’assenza di Toti ed del suo “braccio destro operativo”, sono oramai prove di una volontà ben precisa di prendere solamente tempo in attesa di piazzare paletti che condizioneranno verso la strada delle privatizzazioni dei nostri servizi sanitari, anche territoriali. (programma di privatizzazione già oggetto del suo mandato con quantificazione addirittura della percentuale del 15% dei posti letto da passare ai privati, pari a 750, obiettivo finora non raggiunto essendosi la privatizzazione fermata a Rapallo dopo la cessione di tre ospedali nel ponente; obiettivo però prossimo con la futura cessione del S. Bartolomeo ai privati).
Su tutto: vincolare il futuro dei servizi sanitari del territorio a 25 anni di contratti attualmente indefiniti coi privati, con la joint venture sul nuovo ospedale del Felettino, e far dire al povero dott. Cavagnaro che fino al 2026, data in cui se ne ipotizza l’attivazione, l’ospedale di Sarzana sarà “al sicuro” suona come una prognosi infausta e neppure garante del fatto che in questo lasso di tempo non si ricorra ai privati per garantire che, finita l’emergenza virus, dovrà rendere il 150% di quanto rendeva prima.
Infatti, di grazia: con quale personale se già oggi per coprire gli attuali turni di servizio gli organici della ASL soffrono di una gravissima carenza e non esiste un piano di assunzioni neppure per coprire questa?
Come USB ci opporremmo in tutti i modi affinchè l’agnello sacrificale non venga dato in pasto ai famelici lupi della sanità privata pronti a fare profitto sui buchi aperti a bella posta dalla politica sanitaria della Regione.
p. Coordinamento USB Spezzino
Valter Chiappini delegato sanità