Lavoro stagionale in Liguria, siamo alle solite!

Genova -

Con l'inizio della stagione estiva ritornano come delle vere e proprie "hit musicali" le dichiarazioni e i servizi stampa sulla mancanza di lavoratori nel settore. Ma se rispetto all'anno scorso i problemi dello sfruttamento, dei bassi salari e delle condizioni di lavoro al di fuori di ogni regola contrattuale sono venuti a galla, da parte degli imprenditori del settore non arriva nessuna proposta strutturale anzi, ci si continua a lamentare del "costo del lavoro". L’eliminazione del reddito di cittadinanza ha rimosso anche quell’unico argine che rimaneva e ha eliminato qualsiasi ostacolo alla contrattazione a ribasso, obbligando tanti giovani ad accettare tutto pur di potersi mantenere. Anche la misura del taglio contributivo è già diventata una scusa per applicare condizioni a ribasso visto che “già si guadagna di più”.

Peccato che i datori si dimenticano che nella nostra regione sono stati rinnovati i bonus per le assunzioni stagionali, dove per soli 7 mesi di contratto (la durata media di qualsiasi stagione) l'azienda potrà ricevere fino a 2000 euro di finanziamenti per ogni assunto. Intanto il salario medio di ogni lavoratore del settore rimane abbondantemente sotto i 9 euro lordi l'ora senza nemmeno le garanzie che il contratto venga realmente rispettato e questa condizione è sistemica, nel senso che non riguarda ditte in crisi ma è applicata anche da colossi del turismo o aziende con fatturati da capogiro. Di cosa stiamo realmente parlando allora? Ci dovrebbero rispondere i rappresentanti di Fipe e Filcams Liguria che in recenti dichiarazioni sostenevano che se vi propongono contratti vergognosi non potete fare altro che rifiutarvi, alternative non ce ne sono, il settore è fatto così. Matteo Losio di Fipe inoltre è arrivato a giustificare il pagamento fuori busta. Ma chi non si può rifiutare? Chi ha un affitto, dei figli, un mutuo?

Di fronte a chi ci dice che non esiste alcun margine di miglioramento nel turismo e nella ristorazione rispondiamo che come prima cosa sarebbe sufficiente aumentare i salari e introdurre una legge su salario minimo da applicare immediatamente ai minimi tabellari di almeno 10€! Anche quest’anno la federazione del sociale-USB ha avviato la campagna “cercasi schiavo”, un nome evidentemente provocatorio che vuole denunciare le condizioni di sfruttamento e ricatto del settore ma anche far sapere che Slang-USB è presente con attività di sportello su appuntamento e che oggi più che mai è necessario organizzarsi per rispondere in modo coeso all’attacco quotidiano ai lavoratori e le lavoratrici.

 

Slang-usb

 

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