USB in data odierna indice lo stato di agitazione per le aziende del Gruppo Iren. Una serie di elementi fanno dubitare del reale stato finanziario dell’azienda emiliana, che ha ricadute su tutte le “succursali”: dopo aver sponsorizzato decine di iniziative culturali e sportive nel Nord-Ovest e aver ottenuto un prestito da 80 milioni nel 2022 e i 124 milioni di euro del PNRR, un ricavo di 7.86 miliardi nel 2022, con utili a 253 milioni di euro, quando si tratta dei dipendenti Iren stringe come sempre la cinghia.

Non abbiamo notizie di riduzioni dei premi e benefit ai dirigenti ma sappiamo che è stato ridotta alle imprese di pulizia in appalto una giornata a settimana e che diversi reparti operai, dall’area del Tigullio alla distribuzione gas di Genova lavorano senza ricambio del “turn over” dei pensionamenti, mentre nei reparti commerciali si procede con le assunzioni.

Siamo consapevoli che rispetto ad altre realtà industriali, dove è in discussione il posto di lavoro, i dipendenti Iren vivono ancora in una condizione favorevole ma la battaglia per i diritti va fatta proprio dove è possibile difenderli per dare ai settori meno fortunati una base di tutele.

Per questo motivo è inaccettabile il trattamento dei nuovi assunti e del recupero delle 24 ore annue e la mancanza del ticket al venerdi; un sistema di trasferte che di fatto equipara tali prestazioni ad una normale giornata di servizio con qualche ora extra…

E in questo contesto si aggiunge la recente decisione unilaterale dell’azienda di procedere con ferie forzate nella settimana di Ferragosto in violazione agli accordi presi con le RSU (ormai scadute) il 19 gennaio 2017; decisione che - spezzando il periodo estivo - crea problemi ai lavoratori nella programmazione delle 15 giornate che devono essere garantite nei termini di legge.

I lavoratori del gas e acqua nello spirito di servizio pubblico che li ha sempre contraddistinti hanno autogestito le ferie da decenni senza mai creare disservizi nel rispetto del proprio mandato e dei cittadini.

Purtroppo le aziende del Gruppo Iren hanno scelto di caratterizzarsi sempre più come aziende di vendita e servizi, allontanandosi di fatto dai territori e dal rapporto con i cittadini che da sempre le aveva contraddistinte nel settore dell’acqua, del gas, dell’energia e dell’ambiente.

Un sistema classificatorio interno poco trasparente e soggettivo, che abbandona il vecchio principio “parità di lavoro parità di salario” demotiva gran parte dei lavoratori… si chiede a tutti di fare tutto mentre poi spesso gli avanzamenti di carriera avvengono in base al territorio di provenienza di chi giudica… nello stesso reparto potete trovare persone con contratti Federutility e Energia ma anche Ambiente: una babele del diritto del lavoro.

Ci sono poi i buoni pasto fermi da anni nonostante gli aumenti inflattivi che li rendono sempre più simili a buoni colazione.

In ultimo negli anni sono state rese “fumose” le esenzioni da sciopero passando da una precisa definizione di numeri e mestieri oggetto dell’esenzione ad un generico “servizi indispensabili” che lascia via libera alle interpretazioni dei singoli capi reparto.

Si aggiunge a tutta questa situazione, nonostante le RSU siano ormai scadute da diversi anni, il rifiuto di confronto da parte di Iren con la RSA di USB Lavoro Privato.

Per questi motivi USB Lavoro Privato ha indetto lo stato di agitazione all’interno del Gruppo per le seguenti motivazioni:

•  ritiro del comunicato di Gruppo n.6/2023 e riapertura della contrattazione in merito alla chiusura collettiva programmata per il 14/16 e 17 agosto; 

•  chiarimenti circa le reali motivazioni di tale scelta; 

•  revisione del sistema di autovalutazione;

•  rivalutazione buoni pasto e abolizione quota mensa a carico dipendente;

•  carenza personale operaio in particolare nel settore gas e nel settore acqua area Tigullio;

•  modalità individuazione personale e servizi indispensabili in caso di sciopero;

•  avvio confronto finalizzato alla definizione di relazioni sindacali.

USB Lavoro Privato - Gruppo Iren

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