GENOVA. FARMACIE COMUNALI: COMUNE ED AZIENDA SENZA IDEE MA INTANTO SI (S)VENDE !!
Dopo una lunga attesa e numerose inutili richieste di incontro ieri finalmente i lavoratori delle Farmacie comunali hanno appreso dall'assessore Miceli, poche ore prima che la proposta vada in Giunta, quale sarà la loro sorte.
Peccato che prima di loro le segreterie confederali di CGIL CISL e UIL e la stampa cittadina conoscessero le intenzioni del Comune. Alla faccia della trasparenza e della partecipazione promesse dal Sindaco !!
Ma se il metodo è inaccettabile, altrettanto lo è il merito della proposta. Dalla sbrigativa esposizione dell'assessore, perché di scritto non abbiamo ancora nulla, abbiamo capito che l'unica idea del Comune è vendere tre farmacie (Via Modigliani, Via Coronata, Via Linneo) per coprire il deficit. Vengono messe in vendita le tre farmacie più piccole ma situate nelle zone più disagiate e dove maggiore è la necessità di garantire un presidio pubblico. Quali introiti il Comune pensi di ottenere da cotanta vendita, non si sa.
Oltre questo, quali altre azioni intenda invece intraprendere la dirigenza di Farmacie Genovesi e il Comune (azionista unico) per rilanciare l'azienda non è dato sapere.
L'unica nota positiva riguarda l'impegno a salvaguardare i livelli occupazionali, con il passaggio di alcuni lavoratori o in Comune o in aziende partecipate. Ma quali e con quali criteri rimane ugualmente misterioso.
In compenso è chiaro che:
- il Comune e l'azienda hanno totalmente ignorato tutte le proposte avanzate in questi anni dai lavoratori per rilanciare l'azienda
- la dirigenza che in questi anni ha affossato un'azienda sana e che produceva utili resta saldamente in sella senza che nessuno chieda conto del suo operato
- non ci sono soldi per nulla, ma dopo aver commissionato un anno fa ad un advisor una perizia per accertare il valore dell'intera azienda, perizia peraltro mai uscita dai cassetti dell'assessorato, ne verrà effettuata un'altra per accertare il valore delle tre farmacie da mettere in vendita.
Dopo il passaggio in Amiu, la traformazione in Spa e il rientro in Comune prosegue cosi' l'odissea di questa azienda. Un copione logoro e tristemente noto che contraddistingue tutte le privatizzazioni ed esternalizzazioni effettuate in questo paese, peraltro con il beneplacito di CGIL CISL e UIL.
Cittadini defraudati di beni pubblici, lavoratori resi precari, servizi a rischio e benefici solo per i privati.
Usb chiede un vero piano di rilancio dell'azienda, si oppone all'ennesima svendita del patrimonio pubblico e chiede l'azzeramento dei vertici aziendali responsabili del disastro.
USB LIGURIA