FONDI PENSIONE: RIEN NE VA PLUS, DALLA DI LIQUIDAZIONE ALLA LIQUEFAZIONE
Preparate le giocate. Il tavolo è ormai pronto per tutti. E se non si possono giocare soldi che non si hanno, si può puntare quelli che … non si avranno!
E’ come una roulette, invece di scegliere tra rosso e nero, potete optare tra una linea finanziaria aggressiva ed una conservativa. La puntata si fa con soldi virtuali, come con le fiches (così il gioco è più facile), ci si gioca tutto, non si può cambiare idea quando il gioco è iniziato e, soprattutto, c’è una certezza:
il banco vince sempre!
I tavoli si chiamano Perseo, Espero e Sirio. Dalla liquidazione alla liquefazione, buonuscita, TFS, TFR, fino a ieri somme certe, diventano capitale a rischio, quale variabilità del rendimento in un determinato periodo di tempo nei mercati finanziari. Il valore dell’investimento potrà salire o scendere e, pertanto, l’ammontare della pensione complementare non è direttamente collegato alla cifra investita.
Gli ultimi mesi della nostra vita lavorativa saranno impegnati a visionare politiche d'investimento, strumenti finanziari e benchmark, che è un parametro oggettivo e misurabile composto da indici elaborati da soggetti terzi, che sintetizzano l’andamento dei mercati in un dato periodo di tempo (non si capisce? Allora mi sono spiegato bene!).
Beh, ma i Sindacati, quelli con la S maiuscola non lo permetteranno mai! Staranno tutti uniti a difendere ogni centimetro di previdenza pubblica.
Invece no, uniti lo sono (con la solita spregevole eccezione di USB che come il solito spacca il fronte …), ma nell’interesse di occupare poltrone nei CdA dei fondi d’investimento, caratterizzati da una composizione “paritetica”, vale a dire da uno stesso numero di rappresentanti dei lavoratori e di rappresentanti dei datori di lavoro (e già questo ci dice che siamo in un casino … senza accento e senza senso).
Sono loro i veri croupier stipendiati dalla “casa”, per attrarre i “clienti”.
Mentre eravamo distratti tra scioperi di dura opposizione, manifestazioni di protesta e comizi, CGIL-CISL-UIL e c.d. autonomi (da che poi non si sa, visto che si accodano sempre ai primi) hanno trovato il tempo, tra fine ottobre e metà novembre, per concludere accordi, promuovere lo sviluppo e organizzare convegni per il decollo della previdenza complementare in tutto il pubblico impiego. Il tempo per spiegare cosa stanno facendo, invece, è sfuggito loro. Non si può avere tutto.
Allora, se non si è d’accordo, bisogna rompere il silenzio e bisogna riprendersi un pezzetto per volta i propri diritti svenduti al peggior offerente.
p. Coord. Az. Università USB Liguria
Massimo Argenziano