DOCUMENTO APPROVATO DALL'ASSEMBLEA REGIONALE DELLA LIGURIA DEL 13 MAGGIO 2009

Genova -

L'assemblea si svolge mentre è in atto una crisi drammatica dell'economia reale e della finanza internazionale di cui non si conoscono ancora tutti gli effetti.

 

E' una crisi che rappresenta il fallimento dell'attuale modello economico e sociale gestito dalle banche e dalle multinazionali.

 

Il nostro Governo, che rappresenta dichiaratamente solo ed esclusivamente, gli interessi dei banchieri e degli imprenditori italiani,( corresponsabili di ciò che è accaduto) con coerenza relativa ma grande determinazione, intende tuttavia far pagare i costi della crisi unicamente al mondo del lavoro applicando con più aggressività le solite ricette antipopolari

·          LICENZIAMENTI E CIG

·          ESPULSIONE DEI PRECARI E COMUNQUE NIENTE STABILIZZAZIONI

·          RIDUZIONE DEI SALARI E IMPOVERIMENTO GENERALIZZATO

·          TAGLIO DELLA SPESA PUBBLICA, DEI SERVIZI SOCIALI, DELLA PREVIDENZA E DELLA SANITA' PUBBLICA

·          CRIMINALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO E DEL MONDO DELLA SCUOLA PER FAVORIRE PRIVATIZZAZIONI E UTILIZZARE I RISPARMI DI SPESA PUBBLICA A SOSTEGNO DELLE IMPRESE E DELLE BANCHE

 

A fronte di questo attacco i lavoratori non sono mai stati così soli.

L'opposizione parlamentare non prova a rappresentare gli interessi dei lavoratori in modo minimamente credibile, neanche a parole:

·          Franceschini può servire per dare il bianco in qualche oratorio,

·          gli ex P.D., forse, per avere qualche sconto alla coop.

·          Fondamentalmente, a nient'altro.

L'ex sinistra parlamentare, debole e confusa, sembra avere come obbiettivo solo quello di riuscire ad avere qualche seggio nel parlamento europeo.

 

Talvolta, con convinzione qualche esponente parla o scrive in difesa dei lavoratori senza però agire di conseguenza.

 

CISL e UIL, hanno abbandonato la concertazione e collaborano con le aziende, accettando qualunque cosa gli venga proposto.

 

La CGIL, a parole sembra rifiutare la politica economica del Governo e delle imprese ma, nei fatti, non fa nessuna autocritica per il passato:

·          non cambia la sua linea;

·          non agisce per difendere salari e diritti;

·          non dice una parola appropriata su previdenza e sanità pubblica (in Liguria accettano qualunque taglio purchè sia concordato con loro)

·          non chiedono scusa per la truffa del TFR.

 

Non sono presenti, dunque nel nostro Paese né forze politiche né tanto meno sindacali disposte e/o in grado di offrire un punto di riferimento efficace per i lavoratori ed ad offrire soluzioni ai loro (ai nostri!) problemi

 

La CUB oggi, da sola, così com'è strutturata, non è, a nostro avviso, in grado di svolgere questa funzione.

 

L'assemblea congressuale nasce appunto dall'esigenza di rilanciare la CUB e di adeguarla ai nuovi compiti che la fase politico sindacale richiede, aprendo un confronto con tutto il sindacalismo alternativo e di base

 

La crisi economica e finanziaria internazionale, l'accordo consociativo di modifica dell'assetto contrattuale, l'attacco al diritto di sciopero, disegnano una situazione in cui diventa indispensabile costruire UN NUOVO SINDACATO NAZIONALE E CONFEDERALE PIU' FORTE E ORGANIZZATO

 

in grado di rappresentare e difendere i lavoratori e di organizzare una resistenza efficace all'attacco fortissimo in atto;

·          di rilanciare il conflitto;

·          di rappresentare un punto di riferimento credibile anche, e soprattutto per quei settori di lavoratori, più coscienti o più disperati, dai quali potranno nascere momenti di protesta e di resistenza a cui dare sostegno e da sviluppare e unificare in rivendicazione collettive qualificate.

 

In questo senso l'assemblea congressuale CUB dovrà, (secondo le nostre intenzioni) dare il via ad una  fase costituente aperta alla partecipazione ed al contributo delle altre organizzazioni del sindacalismo di base a partire dai COBAS e dalla SDL, con i quali abbiamo dato vita al Patto di Base, dell' USI, dello SLAI COBAS ed anche di settori dei sindacati confederali, di delegati e di singoli lavoratori.

 

Nostra intenzione è di raggiungere e praticare con questi soggetti, il massimo di unità  possibile, a partire dai territori e dai posti di lavoro mettendo in pratica i punti programmatici stabiliti insieme.

Nella prospettiva di riuscire insieme a costruire un NUOVO SINDACATO UNITARIO che vada oltre le attuali organizzazioni.

 

Un sindacato che, in embrione, con gli scioperi e con la manifestazione di Roma  ha dimostrato obbiettivamente di possedere grandi potenzialità.

 

Un obbiettivo ambizioso, non facile, da realizzare, se ci sarà la volontà, nel rispetto delle differenze, in forme, tempi e modi da definire, senza forzature né fughe  in avanti.

 

UN OBBIETTIVO DIFFICILE MA POSSIBILE ED ASSOLUTAMENTE NECESSARIO.

 

GENOVA,  13 MAGGIO 2009