Nuovo Ospedale Galliera. La telenovela continua inesorabilmente.

Al Galliera da oltre 15 anni l'Unione Sindacale di Base (USB) denuncia i problemi legati alla sicurezza antincendio e all'inadeguato microclima nei reparti di degenza h24, ancora attivi nei padiglioni ottocenteschi.

Genova -

 

Parliamo sopratutto di 6 reparti (5 di area medica e 1 di area chirurgica multidisciplinare) che all'interno non sono compartimentati, non hanno una seconda via di fuga in caso di emergenza/evacuazione e soprattutto non hanno un'adeguato impianto microclimatico. L'ennesima estate torrida ha messo a dura prova le già precarie condizioni lavorative dei dipendenti che, loro malgrado, devono continuare a lavorare in ambienti climatici quasi disumani e per nulla confortevoli. I pazienti e i loro famigliari quotidianamente assistono e subiscono questa triste realtà.  

 Al fine di stimolare una svolta concreta agli annosi problemi sopra esposti, nel mese di settembre 2022 gli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) aderenti all'USB avevano depositato un dettagliato e documentato esposto al comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e alla S.C. P.S.A.L. (Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) della ASL3. Nell'esposto venivano dettagliate le enormi criticità strutturali mantenute nel tempo, nonostante le promesse e gli impegni presi dalla precedente amministrazione/gestione, ma soprattutto veniva proposto di valutare/verificare l'opportunità di trasferire al padiglione C i reparti sopra citati. Con questa semplice operazione (di buonsenso!) si poteva garantire un adeguato microclima ai lavoratori e ai pazienti (perchè 6 piani del padiglioni C hanno già un impianto di climatizzazione per ogni stagione) e soprattutto si poteva garantire maggiormente la sicurezza in tema di prevenzione antincendio ecc.. Il comfort che si era realizzato nel corso degli anni al padiglione C è esattamente quello che servirebbe per i dipendenti che ancora oggi sono costretti a lavorare in ambienti con temperature estive proibitive. Ad oggi quell'esposto è servito a far attivare più condizionatori portatili ma, ovviamente, senza risolvere realmente il problema microclimatico. Gli organi di vigilanza interpellati con l'esposto sostanzialmente si muovono lentamente e secondo noi non in maniera incisiva e adeguata rispetto ai bisogni reali. E' inutile dire che l'USB si aspettava una svolta definitiva anche dalla nuova direzione aziendale. Tutti i lavoratori speravano in un cambiamento epocale dopo qualche decennio di irresponsabile “immobilismo” su questi temi legati alla tutela della sicurezza negli ambienti di lavoro. Tra l'altro, il trasferimento dei reparti critici al padiglione C avrebbe consentito all'Ente di avviare finalmente il piano di ristrutturazione dei padiglioni ottocenteschi e risolvere definitivamente i problemi sopra evidenziati.

 Ma ancora oggi sentiamo oratori e leggiamo articoli di stampa che continuano a parlare della costruzione di un nuovo ospedale (se ne parla da decenni!). Ma ora cambia nuovamente il piano economico finanziario (se mai ce ne fosse stato uno credibile!). Ora il nuovo ospedale lo dovrebbe far costruire l'Inail che si prenderebbe anche l'onere di gestire l'intera operazione economica e procedurale (e qui iniziano i dubbi!). Intanto da un Provvedimento (del 31/05/2024) dell'Ente emerge che il nuovo costo stimato (Euro 190.000.000,00) per la realizzazione del nuovo ospedale lo ha prodotto con atto formale la Direzione Generale Area Salute e Servizi Sociali Settore Investimenti della Regione Liguria. A tal proposito sarebbe opportuno capire chi e con quali criteri oggettivi la Regione ha fatto questa stima (poco credibile) del costo definitivo. Poi ci chiediamo se formalmente è corretto che la stima dei costi la pianifichi l'ente Regione e non l'Ente Ospedaliero (che è anche il proprietario dell'area dove dovrebbe sorgere la nuova struttura) che gode di piena autonomia legale. 

Ma leggendo dei recenti articoli pubblicati dal SECOLO XIX emerge che il Galliera, terminati i lavori di costruzione del nuovo nosocomio, dovrebbe pagare un “canone annuo di circa 5 milioni di euro e, dopo almeno 15 anni potrà riscattarlo con un esborso che potrebbe avvicinarsi agli 80 milioni, ma queste cifra dovranno essere negoziate nel contratto che verrà firmato entro la fine dell'estate”. A questo punto sorgono altre domande dove gli addetti ai lavori dovrebbero rispondere. Sempre in un recente articolo del SECOLO XIX veniva dato risalto al deficit dei conti della sanità ligure nei primi sei mesi del 2024. Il disavanzo di ospedali e aziende della Liguria nei primi sei mesi del 2024 supera il tetto dei 230 milioni. In questo disavanzo economico il Galliera “contribuisce” con un debito accumulato (sempre secondo l'articolo di stampa) di quasi 17 milioni di euro. Il Galliera recentemente ha chiuso il proprio bilancio 2023 con una perdita di 6milioni di euro a consuntivo. Se fosse già stato realizzato il nuovo ospedale oggi con quali fondi pagherebbe il canone annuo da 5 milioni di euro? E se l'andazzo è sempre lo stesso (perchè i bilanci se non sono in pareggio sono sempre in perdita a causa delle continue esternalizzazioni e privatizzazione dei servizi delle asl!), gli 80 milioni per riscattarlo dopo almeno 15 anni dove li prendono? E se dovesse partire il cantiere per il nuovo ospedale pensano veramente di poter mantenere (per ulteriori anni) in queste condizioni critiche i reparti sopra menzionati?

 Ai posteri l'ardua sentenza.

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