AMT - IL RISANAMENTO NON PUÒ PASSARE SULLE SPALLE DEI LAVORATORI
AMT - IL RISANAMENTO NON PUÒ PASSARE SULLE SPALLE DEI LAVORATORI
Venerdi’ 12 segnerà un passaggio importante per AMT poiché il tribunale di Genova si
pronuncerà sul Piano di Risanamento presentato dall’Esperto della composizione negoziata.
Siamo di fronte ad un a prospettiva molto complessa perché le misure previste potrebbero
avere un impatto importante anche sul lavoro e dovremo vigilare attentamente perché’ non
siano i lavoratori a pagare una crisi che non è certo causata da loro.
Il piano di risanamento che abbiamo letto parte dal dato di un patrimonio netto negativo di
–90 milioni di euro al 31 dicembre 2025 e ha un orizzonte temporale di azioni ed obbiettivi da
perseguire fino al 2029, anno di scadenza dell’contratto di servizio del trasporto urbano. Gli
obbiettivi per il risanamento sono imponenti e si prefiggono un’iniezione di capitale fino a 120
milioni di euro da reperirsi attraverso varie misure. Vediamo quelli che riteniamo i punti
salienti:
CAUSE DELLA CRISI: il piano aiuta a fare chiarezza dopo tante polemiche. La questione
tariffaria è solo una e non la più importante delle cause. Molti sono i fattori: calo dei passeggeri
post Covid mai recuperato, aumento dei costi di energia e beni, ma soprattutto colpiscono le
responsabilità delle Istituzioni locali e centrali.
Dal piano emerge che AMT dal 2020 al ’24 ha svolto in più servizi, compensati solo in parte,
per ben 60 milioni di euro e che gli ingenti investimenti in corso hanno assorbito importanti
risorse finanziarie perché i finanziamenti per coprire tali spese erano in ritardo. In altre parole,
l’azienda ha coperto i ritardi delle Istituzioni. Ancora una volta quindi il problema principale
è costituito da carenza ed incertezza delle risorse pubbliche per tpl.
LE MISURE DI RISANAMENTO: per uscire dalla crisi sono previste diverse e complesse misure.
Alcune di queste, già annunciate, dipendono dagli Enti Locali: ricapitalizzazione, ingresso di
soci pubblici, revisione delle tariffe, revisione dei contratti di servizio (la misura più
importante). Su questo abbiamo ascoltato molti impegni e rassicurazioni. Vedremo se, come
e quando saranno rispettati. Il tempo è un fattore importante perché la composizione
negoziata e le misure protettive hanno una scadenza.
Altre misure invece sono responsabilità di AMT. E quanto leggiamo, anche se sono per ora solo
obbiettivi generici, non ci lascia per niente tranquilli.
Un punto di grande impatto è il calo del personale. L’azienda è destinata a dimagrire. A fine 2029 sono previsti –224 lavoratori tramite blocco parziale del turnover. Nel dettaglio –90
autisti, –65 operai, -69 amministrativi/tecnici/quadri.
Il rischio di questo dimagrimento è evidente: meno servizio e maggiori carichi di lavoro. E ci
sembra difficile che in questo modo si favorirà ad esempio lo smaltimento ferie, cronico ed
irrisolto problema aziendale.
Efficientamento aziendale ed aumento della produttività. Il piano prevede molte azioni. Dal
completamento del progetto dei 4 assi e dall’incremento delle corsie preferenziali cisi attende
un robusto incremento della velocità commerciale. Ci preoccupano però due elementi in
particolare.
In merito alla produttività per fissare obbiettivi di riferimento si fanno numerose comparazioni
con altre aziende italiane. Criterio pericoloso viste le peculiarità che rendono unica Genova ed
il suo territorio.
Si fa un largo uso del termine razionalizzazioni, che spesso si traduce in tagli e riduzioni. In
particolare ci preoccupa la previsione di razionalizzazioni nel servizio provinciale e
nell’impiego dei non idonei alla guida e alle attività gravose.
Siamo quindi fortemente preoccupati. La “crisi” è da sempre un ottimo strumento per far
passare ristrutturazioni e tagli. Il rischio è evidente: si “risana” l’azienda stringendo ed
aumentando la pressione sul personale e comprimendo il servizio. Noi non ci stiamo.
Il servizio pubblico si difende migliorando il Contratto di servizio, coprendo i costi reali (e senza
regali ad enti e comuni per le passerelle elettorali) con finanziamenti certi e tempestivi,
investendo sul personale e tutelando chi manda avanti autobus, metro, impianti e ferrovie
ogni giorno.
USB Trasporti rimarrà vigile ed attenta sull’applicazione del Piano e pronta a mobilitarsi
perché nessun risanamento può essere costruito sulla pelle dei lavoratori. La crisi, è bene
sottolinearlo sempre, non è stata causata dal personale.
A fine 2029 dovrà essere riaffidato il servizio. Che a nessuno venga in mente di presentare un
AMT risanata e pronta per il privato come chiedeva con sospetto tempismo ANAC.
Per USB AMT deve rimanere azienda unica, interamente pubblica ed il servizio affidato in
house. Per questo ci siamo sempre battuti e continueremo a batterci.
Genova, 10/12/2025
Usb Lp Genova - Trasporti