A PROPOSITO DI CENTRI TRASFUSIONALI NELLA CITTA' METROPOLITANA DI GENOVA
A PROPOSITO DI CENTRI TRASFUSIONALI NELLA CITTA' METROPOLITANA
Da diversi mesi nel palazzo della giunta regionale circolavano delle voci in merito a delle future ipotesi riorganizzative/gestionali dei servizi di MEDICINA TRASFUSIONALE presenti nell'area della città metropolitana di Genova.
Attualmente i centri IMMUNOTRASFUSIONALE sono attivi al Policlinico San Martino (ospedale di II° livello), all'ospedale Galliera (ospedale di I° livello), all'ospedale Villa Scassi (ospedale di I° livello) e all'ospedale di Lavagna (ospedale di I° livello). Un'altro centro TRASFUSIONALE è presente anche nell'Istituto Pediatrico Giannina Gaslini.
Tutti i centri TRASFUSIONALI sopra menzionati rientrano in un livello organizzativo coerente con la complessità assistenziale dei casi da trattare, ed è disposto dal MINISTERO DELLA SALUTE con DECRETO 2 aprile 2015, n.70. Detti centri trasfusionali sono quindi fondamentali per garantire standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera. In sostanza negli ospedali di I° e 2° livello i centri trasfusionali, in termini di efficacia e di efficienza, sono essenziali (per Legge!!!) per garantire le cure e la tutela della salute in tempi rapidi e senza ritardi e/o omissioni, così come previsto dal Decreto Ministeriale.
Negli ultimi giorni abbiamo scoperto che dalle voci di corridoio sono passati alla “formalizzazione” di ipotesi di “cessione di ramo di azienda dei servizi trasfusionali di ASL3, ASL4 e Galliera al Policlinico San Martino”. Sembrerebbe infatti che lo scorso 19 dicembre 2024, presso il palazzo della Regione Liguria ci sia stata una riunione presieduta dall'assessore Massino Nicolò, con la presenza dell'ex assessore Gratarola e con i vertici delle direzioni sanitarie di Alisa e delle ASL/Enti coinvolti in questo processo di accorpamento dei centri trasfusionali sopra citati.
Se quanto ipotizzato nella riunione del 19.12.2024 corrisponde realmente alle intenzioni della giunta regionale ci chiediamo se lor signori sono a conoscenza di quanto disposto dal Ministero della Salute. Ma a prescindere dalle disposizioni ministeriali (che giuridicamente sono basilari!), ci chiediamo se hanno pensato ai rischi che correrebbero i pazienti in attesa di trasfusioni (magari c'è un'urgenza!). Perchè un'eventuale accorpamento dei centri trasfusionali in un'unica sede operativa comporterebbe enormi rischi causati dal prolungamento dei processi legati alle procedure esecutive. Dai prelievi all'invio delle provette con autoveicoli (che costano e non sempre sono disponibili). Dai tempi di refertazione all'ennesimo trasporto delle sacche da trasfondere ai pazienti che, nel frattempo, rischiano in primis nella lunga e ed estenuante attesa.
Ai posteri l'ardua sentenza.
USB P.I. SANITA’ LIGURIA