1° MAGGIO 2025 COMUNICATO USB LIGURIA Federazione del sociale

Genova -

1° MAGGIO 2025 COMUNICATO USB LIGURIA Federazione del sociale

Contratti a termine rinnovati di mese in mese, false partite IVA, lavoro nero, turni massacranti pagati una miseria, ricatti quotidiani e assenza di tutele, lunghe code per il permesso di soggiorno e trattamenti disumani nei centri d’accoglienza, violenza di genere sui posti di lavoro, attese di anni per un alloggio popolare: questa la guerra quotidiana che la classe lavoratrice combatte, in particolare giovani, donne e migranti, contro un sistema che costruisce a tavolino precarietà e incertezza per garantire il profitto di pochi e impedire l’organizzazione di tanti e tante. La Liguria non rappresenta un’eccezione, nonostante quello che raccontano imprenditori e politici la realtà del territorio si configura come una vera e propria emergenza sociale: una persona ogni sette è a rischio povertà assoluta e sono 1174 i giovani tra i 18 e 39 anni che nel 2024 (+12%) hanno deciso di lasciare la regione. Gli stessi numeri dicono che in questa regione il lavoro stabile è un miraggio: solo l’11,7% dei contratti è a tempo indeterminato. I giovani vengono assunti a termine, sfruttati e poi scaricati. Lavorare non basta più per vivere, si lavora e si resta poveri con impieghi in settori a basso valore aggiunto come ristorazione e turismo la cui quotidianità è distante anni luce dalla retorica fiabesca portata avanti dalla giunta comunale negli ultimi anni. In Liguria nel 2025 sono già cinque le persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro, 26 nel 2024. Non per caso. Non per destino. Per colpa di chi risparmia sulla sicurezza, di chi sfrutta fino all’osso, di chi nel tempo ha costruito un sistema di appalti e accordi a ribasso con la complicità di CGIL, CISL e UIL . Una generazione che scappa dal nostro territorio e dal nostro paese perché sa che le scelte politiche delle classi dirigenti provocheranno solo precarietà, miseria e lutto.

Scuole senza insegnanti, ospedali senza medici, quartieri senza case e mentre ci chiedono sacrifici, mentre ci dicono che “non ci sono risorse”, l’Europa approva un piano di riarmo da 800 miliardi di euro e la classe dirigente italiana ancora una volta è pronta a piegare la testa con riforme che costeranno lacrime e sangue alla classe lavoratrice. I venti di guerra li sentiamo soffiare anche in decreti come il nuovo DL sulla “sicurezza” che rafforza le limitazioni di libertà personale imposte in via amministrativa, lezione ben appresa dal regime sionista, mentre reprime le lotte delle classi popolari, dei lavoratori e delle lavoratrici contro la guerra, delle persone migranti e delle famiglie che abitano nelle case popolari. Questo primo maggio non ci interessano le passerelle, le commemorazioni ipocrite, i fiori sui morti. Vogliamo giustizia. Vogliamo vita, non sopravvivenza. E la prenderemo con la lotta. Con l’organizzazione. Con la solidarietà tra oppressi. Dichiarando guerra all’altra classe, quella che ci sfrutta e affama. Dichiariamo guerra a uno Stato che spende miliardi per il riarmo mentre i lavoratori e le lavoratrici muoiono in silenzio sui cantieri, nei porti, nelle fabbriche. Dichiariamo guerra a una classe dirigente che taglia la sanità e l’istruzione pubblica per ingrassare i profitti delle industrie delle armi. Dichiariamo guerra a chi promette sicurezza e libertà mentre lascia le persone senza casa, senza permesso di soggiorno, senza salario contribuendo allo sviluppo della criminalità organizzata. Lo diciamo con la rabbia di chi ogni giorno vede morire una persona sul lavoro. Lo diciamo con la voce di chi ha perso la casa. Di chi vive senza documenti, senza diritti, senza voce. Lo diciamo con la forza di chi non accetta compromessi.

 

Buon Primo maggio di lotta.

 

USB Federazione del sociale. Liguria

 liguria@usb.it