REFERENDUM ATP RESPINGERE IL RICATTO USB INVITA A VOTARE NO

Genova -

REFERENDUM ATP

RESPINGERE IL RICATTO DI ISTITUZIONI AZIENDA E SINDACATO

USB INVITA A VOTARE NO

 

Una cosa va subito chiarita: se ATP è in crisi e rischia la liquidazione la responsabilità non è certo dei lavoratori ma di azienda e istituzioni. Il tracollo di ATP è dovuto esclusivamente  alla totale mancanza di progetti e ad una gestione fallimentare.

 

La confusione e il disinteresse per le sorti di Atp sono evidenti nell'accordo firmato da oo.ss., azienda ed enti locali dove si denuncia un aumento del buco di bilancio ma si promette il recupero del 70 % delle retribuzioni disdettate e addirittura si parla di utili futuri (!!!!) .  Si annuncia l'impegno a mantenere la gestione pubblica ma al contempo si apre l'azionariato societario ad altri soggetti tra cui compare a sorpresa quella SMC di cui è  incredibilmente parte chi oggi minaccia licenziamenti per convincere i lavoratori a votare SI.

 

Su queste basi le oo.ss. chiamano i lavoratori ad un referendum dopo che l'assemblea generale ha confermato la loro totale perdita di credibilità e costretto addirittura alcuni di loro ad abbandonare la sala.

 

Il referendum è chiaramente un operazione - ricatto di istituzioni azienda e sindacato: con l'esca del fantomatico recupero del 70 % delle retribuzioni si costringono i lavoratori ad accettare tutto il pacchetto completo. Le minacce di licenziamenti, il ricatto occupazionale, le aggressioni verbali ai legali dimostrano il vero obbiettivo di chi ha voluto il referendum: piegare i lavoratori, dividerli, dare un segnale a tutti i tramvieri del tpl ligure in vista della imminente privatizzazione.

 

Nel fare i "complimenti" a chi organizza queste proposte oscene USB sostiene che: 

 

·          i lavoratori non sono e non saranno mai causa del fallimento di ATP QUALUNQUE COSA ESSI DECIDANO 

·          nessuno che sia in buona fede può promettere / sostenere che ATP resterà pubblica considerata l'imminenza della gara per l'assegnazione del tpl ligure.

·          nessuno che sia in buona fede può chiedere ai lavoratori di votare su futuri assetti societari e l'ingresso di nuovi azionisti

·          nessuno che sia in buona fede può chiedere ai lavoratori di votare su ipotetici distacchi di colleghi ad altre  società

 

Non occorre un referendum ma un piano industriale serio per riorganizzare tutto il servizio nel bacino G e T considerato che la scomparsa della Provincia e la nascita della città metropolitana stravolgono completamente il quadro attuale.

 

USB GIUDICA GRAVISSIMA LA SCELTA DELLE OO.SS. DI SCARICARE LA RESPONSABILITA' DEL FALLIMENTO DELLE ISTITUZIONI, DELL'AZIENDA E DEL SINDACATO SUI LAVORATORI.

 

IL REFERENDUM E' DANNOSO E INUTILE IN MANCANZA DI UNA SOLUZIONE SULLE CAUSE AVANZATE DA OLTRE 300 LAVORATORI . SERVE SOLO PER CERCARE UN CAPRO ESPIATORIO.

 

USB RISPETTERA' IN OGNI CASO IL VOTO DEI LAVORATORI, RICATTATI IN MODO IRRESPONSABILE, MA INVITA A DARE UN SEGNALE FORTE E CHIARO PER LA DIFESA DEI PROPRI DIRITTI E DEL PROPRIO SALARIO A CHI HA CALPESTATO LA LORO DIGNITA' ED E' STATO COMPLICE DI QUESTO SCEMPIO

 

AL REFERENDUM DEL 1 APRILE VOTA NO

 

 

Genova, 29/03/14
                                                                      

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